Diario Don Stefano N. 9

ciao

ci ho messo più tempo ma abbiamo avuto la visita del Vescovo che ci ha tenuti familiarmente impegnati per una settimana e poi stranamente ho avuto meno sere libere e un po’ più di lavoro da preparare (quotidiana la lotta con il Tonga…).
Comunque la lettera di questo mese è frutto dei collegamenti audio video che ho avuto con alcuni gruppi che durante le vacanze mi hanno interpellato. Vacanze… qui non sembra neanche luglio: felpa mattina e sera e nessun segno di vacanza. Il tempo passa e le mie vacanze dovrebbero essere fissate per ottobre quando trascorrerò un mesetto in italia.
a presto quindi


Nell’ultima lettera si parlava di termiti e Salmi. Questa volta vorrei raccontarvi di vino e Regno di Dio.

Nel mio quotidiano impegno di lettura del Vangelo in Tonga (ho finito di leggerli tutti e quattro oltre agli Atti degli Apostoli) mi sono imbattuto nella pagina, che mi è sempre piaciuta, in cui Gesù invita gli apostoli a non preoccuparsi del vestito e di quello che mangeranno perché ci penserà la provvidenza di Dio. “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” [Mt 6, 33]. In Tonga il finale suona ancora più diretto: “ndendilyo Leza nayoomupa zintu eezi zyoonse” “quindi Dio vi darà tutte queste cose”.

Non ci avevo mai pensato ma forse per una certa visione rigorista del cristianesimo sarebbe suonato meglio: “Cercate il Regno di Dio e quindi non avrete più bisogno del resto”. Invece Gesù afferma una priorità che non cancella il gusto per il vestito e il cibo ma anzi li attribuisce a Dio stesso come suoi doni. Se quindi le termiti aiutano a scoprire dove sta l’essenziale (Dio e il suo Regno) subito dopo arriva la scoperta di tutto il resto che con il Regno di Dio mi è stato donato.

E qui si arriva al vino che in Zambia è merce molto rara, costosa e generalmente di scarsa qualità. Nella cena di gala che la parrocchia ha organizzato per raccogliere fondi, hanno servito un terribile rosso sudafricano che sapeva di succo di frutta (e io ero seduto al tavolo VIP per la modica cifra di 200K).

Però ci sono stati anche momenti di estasi: a Natale il nostro amico Padre Adrji, segretario del Nunzio a Lusaka, ci portò delle bottiglie di ottimo bianco (sempre sudafricano) che sono state centellinate per mesi. L’apoteosi è stata però la cena all’ambasciata italiana per il saluto
all’ambasciatore Filippo Scammacca del Murgo e dell’Agnone. Cordialissimo anfitrione ci ha accolto nella sua casa con gli altri missionari italiani per una ottima cena accompagnata dai vini della sua tenuta in Sicilia. Difficile trattenersi…

Vi chiederete se non sono sotto i fumi dell’alcool. La riflessione che più volte mi sono trovato a fare è che la povertà forse più pesante che vediamo qui a Mazabuka non è tanto quella del cibo ma quella della bellezza e la bellezza è frutto del Regno di Dio e non un lusso per ricchi. Portando in giro i miei genitori, non c’è un monumento, chiesa, palazzo, opera d’arte che meriti di essere visitato e goduto. Le guide turistiche dello Zambia se non avessero i parchi naturali da presentare, si concluderebbero in un A4.

Il primo luglio qui è festa nazionale e i giovani hanno organizzato un pic-nic. Mi avevano raccontato di questo “punto panoramico” come di un luogo magnifico. Dopo due ore di camminata nella sterpaglia secca, abbiamo raggiunto una cava di pietra abbandonata senza acqua, verde e spazio per giocare. Per loro il massimo, per me una grande nostalgia dei prati di montagna, i torrenti, i ghiacciai,… Eppure se uno certe cose non le ha mai viste, non può nemmeno provarne nostalgia e neanche immaginarle. Ora le bellezze naturali dell’Italia non ce le siamo meritate ma il vino, la musica, l’arte e mille angoli di bellezza che ci circondano, sono il frutto di una umanità risvegliata e appassionata che
nasce dall’incontro con il Regno di Dio. Soprattutto è quel gusto della vita che dopo nove mesi in Zambia mi appare come uno dei frutti più belli della fede.

Gusto che si esprime anche nel giocare con i bambini, nel cantare assieme, nello studiare ma anche nel sapersi godere un buon bicchiere di vino in compagnia. Per questo nella regola di vita della nostra casa c’è che alla domenica sera si mette il vino sul tavolo e abbiamo anche comprato due calici per godercelo. Qui non è che la gente non beva ma sembra che esistano solo i due estremi di chi in nome della morale non tocca alcool (esiste un movimento cattolico che fa dell’astensione dall’alcool la sua bandiera) e la piaga diffusissima dell’alcolismo (ieri mattina il mio più brillante allievo di matematica alle 10 di mattina puzzava già di vodka).

Ebbene questo gusto della vita che sembra così naturale, si compie e realizza in pienezza come dono ricevuto per Grazia da Colui che è il sommo bene e l’origine di ogni bene. Sembrerà un pensiero un po’ integralista, però visto da qua a me sembra proprio vero. Vorrei quindi concludere aggiornandovi con alcune  cose che vorrei godermi nel mio prossimo mese di vacanza in Italia (verso ottobre probabilmente)

  • Mangiare il minestrone caldo con i crostini in un rifugio mentre la schiena si asciuga al calore di una grossa stufa di maiolica
  • Passare un pomeriggio in confessionale
  • Giocare a Roverino con i ragazzi delle medie
  • Arrivare in cima alla Grignetta (magari dalla Segantini!) e aspettare il tramonto dietro i Corni di Canzo facendo passare tutto il repertorio dei canti di montagna da “Ai preat” fino a “Vien, vien bionda d’amor”
  • Salire al Sacro Monte di Varese, dire il Vespero con le Romite e poi cenare sulla terrazza del Montorfano guardano le luci che si accendono nella pianura
  • Giocare (e magari segnare) alla partita del giovedì sera sul campo perfettamente piano e sull’erba perfettamente tagliata (è sintetica!) di Dergano
  • Bar alla domenica mattina: cappuccio e brioche all’albicocca leggendo la Gazzetta che celebra l’inaspettata vittoria dell’Inter sulla Juve
  • Andare a un concerto. Musica tardoromantica (Brahms, Bruckner, Mahler,…) con orchestra di almeno 100 elementi (non meno di 6 corni e ottoni al gran completo) oppure la purezza eterna di Bach
  • … to be continued

Ovviamente tutte queste cose (a parte il pomeriggio a confessare) vanno vissute con più amici possibili. Siete voi infatti il vino che manca di più. Però se ho conosciuto il Regno e tutto quello che mi è stato dato in aggiunta è perché ci siete stati voi. Qui è vero che mancano tante cose ma il Regno c’è e lavoriamo perché tutti possano scoprire la sua bellezza così profondamente umana.

A prestissimo quindi
ds