Piccole Note – 28 aprile 2019

DOMENICA IN ALBIS

«Tommaso, uno dei Dodici,
chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù»
(Gv 20, 24)

Tommaso è il più deluso degli apostoli, deluso da sé stesso e dagli altri: infatti non sta con loro. Si è accorto di quanto sono fragili e non crede che si possa fondare una comunità dopo essere scappati ed aver così tradito Gesù.
In momenti tanto difficili per la Chiesa è difficile continuare a credere in essa, noi sogniamo una Chiesa santa e perfetta e la troviamo invischiata in tutte le meschinità umane.
Eppure è proprio questo il momento di capire quanto le apparteniamo, di abbandonare i sogni, di guardare le piaghe di Gesù e gettarsi ai suoi piedi perché ci indichi la strada da seguire che è sempre quella della misericordia.

 

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”.

Quali sono le origini della festa?
Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Negli anni successivi Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

Perché è stata scelta la prima domenica dopo Pasqua?
La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore”.

 

Il Santo del mese

S. Caterina da Siena
«Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia»: queste alcune delle parole che hanno reso questa santa, patrona d’Italia, celebre. Nata nel 1347 Caterina non va a scuola, non ha maestri. I suoi avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua “cella” di terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero). La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, tutti più istruiti di lei. Li chiameranno “Caterinati”. Lei impara a leggere e a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a donne di casa e a regine, e pure ai detenuti. Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. Si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di rendersi conforme a Cristo crocifisso; lottò con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Romano Pontefice nell’Urbe e per il ripristino dell’unità della Chiesa, lasciando pure celebri scritti della sua straordinaria dottrina spirituale.

 

AVVISI

La Pasqua che abbiamo celebrato possa illuminare le nostre giornate e donarci la certezza dell’unico bene necessario alla nostra vita: l’amicizia di Cristo. Questa domenica dedicata alla celebrazione della Divina Misericordia ne è un segno

  1. Lunedì 29 aprile ricordiamo Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia affidando a Lei la nostra nazione e venerdì 3 maggio gli apostoli Filippo e Giacomo.
  2. Mercoledì 1 maggio, festa del lavoro ricordando San Giuseppe, preghiamo perché a tutti sia donato un lavoro capace di sostenere le necessità delle famiglie e sia partecipazione all’opera creativa di Dio nel mondo.
  3. Ha inizio la prossima settimana il mese di Maggio dedicato a Maria. Chi desiderasse la recita del Santo Rosario nei propri cortili e condomini avvisi in segreteria
    Gli auguri del Papa
    «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane [e a ciascun] cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza» (Christus vivit, 1-2