Piccole Note – 5 giugno 2020

V DOMENICA DOPO PENTECOSTE

«Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse:

“Ti seguirò dovunque tu vada”

‘Farò di te una grande nazione’, è la promessa di Dio ad Abramo a fronte, però, di una fiducia totale al grande disegno che implica l’abbandono di tutte le proprie certezze, a partire dalla terra, la casa, le proprie radici. Abramo accetta e parte verso la terra sconosciuta che gli è stata promessa. Non pone condizioni e non chiede ‘garanzie’. Non così fanno tutti coloro che Gesù chiama al suo seguito: Gesù non accetta queste richieste di rinvio; alla sua chiamata si risponde con libertà. Per fede Abramo lasciano la propria terra certo che la promessa non verrà meno.

SAN BENEDETTO

San Benedetto da Norcia, fratello di Santa Scolastica, nacque verso il 480 d.C., da un’agiata famiglia romana. A Norcia egli trascorse gli anni dell’infanzia e della fanciullezza.

Adolescente fu mandato a Roma a compiere i suoi studi, ma, sconvolto dalla vita dissoluta della città, ritrasse il piede che aveva appena posto sulla soglia del mondo per non precipitare anche lui totalmente nell’immane precipizio. Disprezzò quindi gli studi letterari, abbandonò la casa e i beni paterni e cercò l’abito della vita monastica perché desiderava di piacere soltanto a Dio.

La Regola da lui scritta dopo anni di esperienza monastica è una saggia sintesi del Vangelo, nella quale si organizza nei minimi particolari la vita dei monaci all’interno di una “corale” celebrazione dell’Opus Dei, cioè della liturgia quotidiana e diede nuova ed autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci (l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso di monaci) e la conversatio, cioè la buona condotta morale, la carità reciproca e l’obbedienza all’abate, il “padre amoroso”  mai chiamato superiore, e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora (“prega e lavora”), con il sostegno della lectio divina, cioè la meditazione della Parola di Dio.

A Montecassino Benedetto morì, secondo la tradizione, il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale ebbe comune sepoltura; secondo il racconto di S. Gregorio Magno, spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava.

Omelia nella festa dei Ss. Pietro e Paolo    Papa Francesco

Nella festa dei due Apostoli di questa città, vorrei condividere con voi due parole-chiave: unità e profezia.

Unità. Celebriamo insieme due figure molto diverse: Pietro era un pescatore che passava le giornate tra i remi e le reti, Paolo un colto fariseo che insegnava nelle sinagoghe. Quando andarono in missione, Pietro si rivolse ai giudei, Paolo ai pagani. E quando le loro strade si incrociarono, discussero in modo animato, come Paolo non si vergogna di raccontare in una lettera (cfr Gal 2,11 ss.). Erano insomma due persone tra le più differenti, ma si sentivano fratelli, come in una famiglia unita, dove spesso si discute ma sempre ci si ama. Però la familiarità che li legava non veniva da inclinazioni naturali, ma dal Signore. Egli non ci ha comandato di piacerci, ma di amarci. È Lui che ci unisce, senza uniformarci. Ci unisce nelle differenze.

La seconda parola, profezia. Unità e profezia. I nostri Apostoli sono stati provocati da Gesù. Pietro si è sentito chiedere: “Tu, chi dici che io sia?” (cfr Mt 16,15). In quel momento ha capito che al Signore non interessano le opinioni generali, ma la scelta personale di seguirlo. Anche la vita di Paolo è cambiata dopo una provocazione di Gesù: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9,4). Il Signore lo ha scosso dentro: più che farlo cadere a terra sulla via di Damasco, ha fatto cadere la sua presunzione di uomo religioso e per bene. Così il fiero Saulo è diventato Paolo: Paolo, che significa “piccolo”. A queste provocazioni, a questi ribaltamenti di vita seguono le profezie: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18); e a Paolo: «È lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni» (At 9,15). Dunque, la profezia nasce quando ci si lascia provocare da Dio: non quando si gestisce la propria tranquillità e si tiene tutto sotto controllo. Non nasce dai miei pensieri, non nasce dal mio cuore chiuso. Nasce se noi ci lasciamo provocare da Dio. Quando il Vangelo ribalta le certezze, scaturisce la profezia. Solo chi si apre alle sorprese di Dio diventa profeta. Ed eccoli Pietro e Paolo, profeti che vedono più in là: Pietro per primo proclama che Gesù è «il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16); Paolo anticipa il finale della propria vita: «Mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore mi concederà» (2 Tm 4,8).

 

AVVISI   DOMENICA  28 giugno  

Le messe da domenica 12 luglio e fino a fine agosto seguono questo orario

Sabato                ore 18.00

Domenica           ore   8.30 – 10.30 / ore 19.00

Feste della settimana

Sabato 11 luglio celebriamo la festa di san Benedetto da Norcia. E’ il fondatore del monachesimo occidentale che tanto ha portato alla civiltà occidentale e il cui motto è “ ora et labora”, preghiera e lavoro.

A lui affidiamo in particolare l’Europa di cui è patrono

Vacanze estive dei ragazzi

Si è conclusa l’esperienza dell’oratorio estivo e iniziano questa settimana con don Gabriele e gli educatore tre turni di vacanzine per i ragazzi delle medie e delle superiori. Vogliamo accompagnare con l’amicizia e la preghiera questa nuova avventura.

Carità

Continua la distribuzione di viveri alle famiglie bisognose: nella prossima settimana solo giovedì 

Aiuto alla parrocchia

Entra in Satispay, cerca (tra i negozi virtuali) Parrocchia Dergano e dona

Bonifico al seguente IBAN IT87W0306909606100000066416